sala circolo unione

Cenni storici del Circolo Unione

Da alcuni documenti riscontrati negli Archivi statali, possiamo, con certezza, dire che il Circolo ha stilato il Regolamento e fatto richiesta alle Autorità il 14 Maggio del 1836 e appena un mese dopo, cioè il 18 Giugno, ebbe l’autorizzazione, con la denominazione di “Sala di conversazione”.

L’ubicazione della sede è stata sempre in Corso Garibaldi, nei locali di proprietà della Confraternita denominata “Venerabile Cappella di San Michele Arcangelo” – costituita a Racalmuto presso il Collegio di Maria, fino a tutto l’Ottocento. Nei primi del Novecento, fu locato nei locali di proprietà del Banco di Sicilia, oggi Unicredit.

Il Sodalizio, nato sotto il Regno Borbonico, ha continuato ad esistere sotto il Regno Sabaudo, poi sotto l’era fascista, sino ai nostri giorni. I Soci del Circolo, nel bene e nel male, sono stati nel tempo, artefici della storia politica siciliana. Basti pensare che la maggior parte dei Sindaci e degli amministratori locali e provinciali sono stati, fino ai nostri giorni, Soci del nostro Circolo. Durante l’era fascista, i locali del Circolo erano a piano terra, dove oggi è situato l’Unicredit; furono requisiti dal Segretario politico locale e adibiti a sede del fascio, forse per ripicca, poiché, non fu ammesso come Socio del Circolo: i Soci potevano usufruire soltanto di una saletta. In quel periodo l’elezione del Presidente veniva ratificata dal Segretario Federale di Agrigento e la Deputazione prendeva il nome di Consiglio di amministrazione. Il Circolo dovette aderire, pena la chiusura, al partito chiamato: “Operazione Nazionale del Lavoro” – mentre l’abbonamento al giornale di Mussolini “Popolo d’Italia”, fu voluto da molti Soci, a maggioranza di voti. Certo, a molti non dispiacque l’adesione al partito fascista, altri, mal digerendo il regime, si allontanarono provocando una scissione.

Nel frattempo, tutti i circoli subirono per qualche anno la chiusura. Ma le vicende sgradevoli per il nostro Sodalizio non finirono qui. Con l’entrata degli Alleati, un ufficiale, al comando del reparto americano, sapendo che il locale era la sede del fascio, occupò a sua volta quello che era rimasto del Circolo e vi insediò la mensa Ufficiali. Dai verbali conservati al Circolo, si può rilevare che, il 10 Febbraio del 1944 su richiesta di quarantasei Soci aderenti al Partito Democratico Sociale, fu riunita un’Assemblea con la presenza di ventisette Soci, al fine di eleggere un Presidente con l’incarico di organizzare il Circolo.

L’8 Aprile dello stesso anno, la Deputazione ha deliberato di ammettere, senza altra formalità, i vecchi Soci aderenti al Partito Democratico Sociale, che, per vari motivi sono stati assenti dal Paese durante la ricostituzione del Circolo. Dopo queste controversie, nel 1945 fu approvato un altro Statuto e in un’Assemblea votarono l’apoliticità del Circolo. Fu allora che il Sodalizio raggiunse un numero di centocinquanta Soci.

Possiamo dire, però con certezza, che dal 1920 ad oggi si sono avuti ventitré Presidenti. Sulla scia dei valori che hanno ispirato sempre quelli stessi sanciti dallo Statuto, abbiamo voluto che da diversi anni le sale del Sodalizio si aprissero alle visite programmate, ai turisti e alle scolaresche, provenienti anche da altri paesi.

Tali iniziative, suggeriteci soprattutto dai giovani Soci, che hanno speso tante energie per rilanciare questo Sodalizio, affinché, il Circolo della Concordia di cui parla Leonardo Sciascia nelle Parrocchie di Regalpetra possa dare alle nuove generazioni un piccolo contributo alla crescita morale, civile e culturale, dando esempio di rettitudine e solidarietà.