È passato un anno e lo ricordo come se fosse oggi.

Ricordo le serate passate insieme al Circolo o quando ogni mattina, intorno alle undici, ci trovavamo in piazza per andare al bar e prendere un caffè; lo stesso avveniva nel pomeriggio. Ci conoscevamo da una vita, abitavamo vicino e la nostra amicizia era sincera. Mi diceva, specialmente dopo la scomparsa della moglie Maria, che ero il suo supporto, anche per una semplice chiamata di un idraulico o di un elettricista per inconvenienti che si verificavano a casa: ero sempre presente per dargli un aiuto. Era per me come un fratello maggiore, mi incoraggiava e mi era vicino nel consigliarmi su questioni relative al Circolo.

Sin dal 1985 siamo stati assieme nella Deputazione del Sodalizio, io come presidente e lui come deputato e anche tesoriere. Al Circolo Unione era un punto di riferimento per tutti quelli che gli chiedevano notizie di avvenimenti o di soci del passato.

Essendo socio dal 1950 rappresentava la memoria storica del Sodalizio. Di tutti i soci conosceva (come diciamo noi) “vita, morte e passione”. Ricordava con precisione e dovizia di particolari tutte le discussioni e gli avvenimenti che nel lontano passato avvenivano nella sala di conversazione. Il Circolo era la sua vita, se per una particolare ragione non poteva andarci ne soffriva tanto. Nel tragitto tra la casa e il Sodalizio era un susseguirsi di incontri con amici e conoscenti che lo fermavano per chiedergli qualcosa o di un fatto avvenuto.

Per il motivo che, per più di quarant’anni avendo svolto la professione di insegnante elementare, conosceva diverse generazioni di alunni. Molti, a distanza di tanti anni incontrandolo gli chiedevano: “Professù mi riconosce? sono stato suo alunno” – e se tenevano per mano il figlioletto dicevano: “Vedi, questo signore è stato il mio maestro”. Lui, di tutto questo era orgoglioso.

Mi diceva che stando spesso in piazza aveva acquisito molta esperienza di vita. Infatti, ripeteva la frase: “La piazza fa l’uomo” nel senso che stando a contatto con la gente si impara a confrontarsi con gli altri. Oggi, che al Circolo la frequenza dei soci, specialmente la sera, si è diminuita drasticamente, lo ricordo spesso e con un po’ di nostalgia.

L’amico Francesco Marchese